Andrea Scarch: Vittima di omofobia e bullismo

di Roberto Patriarca

Pubblicato il 2020-05-28

L’attore Andrea Scarcella in Arte Scarch si racconta a Gossip News Italia evidenziando episodi di omofobia e bullismo subiti nell’arco della sua adolescenza Andrea Scarch Nato a Palermo, studente di lingue, ex asssitente di volo, per anni gira il mondo grazie alla professione in ambito dell’aviazione civile oggi attore di programmi tv e non solo, …

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L’attore Andrea Scarcella in Arte Scarch si racconta a Gossip News Italia evidenziando episodi di omofobia e bullismo subiti nell’arco della sua adolescenza

Andrea Scarch Nato a Palermo, studente di lingue, ex asssitente di volo, per anni gira il mondo grazie alla professione in ambito dell’aviazione civile oggi attore di programmi tv e non solo, addentriamoci un po’ di più’ nella sua vita. Vanta collaborazioni come attore di gag per Programmi come Striscia la notizia e Paperissima , giudice di gara nel programma all together now, supporter sportivo sul muro di Pressing e attualmente cura una rubrica di news dal mondo dello spettacolo all’interno del programma PartyVirtuale.

Oggi vorrei raccontarmi soffermandomi nello specifico su un fatto molto particolare della mia vita, cercando di divulgare un messaggio di sostegno a chi come me ha subito uno o più atti di bullismo ed omofobia. Sono gay e come tanti, sin da bambino venivo un po’ deriso dagli altri, alcune volte dai compagnetti di scuola, altre volte purtroppo qualche battutina anche da qualche adulto, ma sinceramente fino ad un certo punto riuscivo a non dar peso a determinate situazioni. Poi un giorno, una bellissima domenica di sole, avevo circa 13/14 anni, al mattino ricevetti una sorpresa! Suonarono al campanello di casa, dove vivevo con i miei genitori, in Sicilia ed erano due miei carissimi amichetti di gioco, del quartiere, uno dei quali buon amico, con il quale trascorrevo tanti pomeriggi a giocare. Mi invitarono ad andare con loro al parco, fu un bellissimo risveglio, pensai: “wow i miei amici di domenica mattina vengono a cercarmi per stare insieme a me che bella cosa”, mi preparai in un batter d’occhio e mi recai subito di sotto e ci incamminammo verso il parco. Ad un certo punto uno dei due mi prese per le braccia stando alle mie spalle e mi bloccò mentre l’altro si mise difronte a me e guardandomi in faccia mi disse:

“sei troppo frocetto, devi darti una svegliata, forse hai bisogno di un po’ di botte per riprenderti”.

Mentre quello di schiena mi teneva fermo, L’altro iniziò a colpirmi, prima con degli schiaffi sulla faccia, poi qualche pugno sulla pancia, poi qualche calcio fino ad arrivare a farmi veramente male, anche se il dolore più grande in quel momento non era quello fisico, ma quello emotivo non riuscivo a credere che qualcuno potesse arrivare a fare una cosa del genere, in 2, più grandi, contro un ragazzino e poi erano i miei “Amici” quelli con i quali giocavo ogni giorno. Ogni pugno, ogni calcio faceva veramente male. Ero cosi dispiaciuto che non sentivo quasi più il dolore fisico,  poi l’impotenza, non poter reagire in quanto bloccato da un ragazzone di quasi 18 anni di grande statura, forzuto. Duró circa 10 minuti forse tra i più lunghi della mia vita. Poi mi spinsero a terra e mi dissero ( dai, vai a casa) e muto, guai se dici qualcosa, ti diamo il resto delle botte. Non ero tanto sicuro di quel che provavo, le emozioni erano tante, paura, delusione, vergogna, imbarazzo poi ancora voglia di reagire, rabbia, nervosismo non so eran tante le cose dentro me, ma più di tutte credo la paura che avrebbero potuto farmi del male sul serio. Mi rialzai dopo un po’ e tornai a casa ed una volta rientrato andai subito in bagno mi sciacquai la faccia, mi misi un po’ apposto e mi recai a pranzo con i miei, dove feci assolutamente finta di nulla considerando che alcuni segni sul fisico stavano in punti non visibili, sullo stomaco, sulle gambe sul torace! Andò in quel modo, per fortuna non mi accadde nulla di grave, ma avrebbero potuto farmi veramente male o forse più in là farlo a qualcun altro.

Questi ragazzi, vanno fermati, informate le famiglie, le autorità e anche denunciati. Ogni giorno si sentono tantissime storie come queste se non peggiori, in questo periodo abbiamo sentito quello che è successo a Marco Ferrero, in arte <ICONIZE> che è stato picchiato in un parco di Milano ma storie anche più forti, più spaventose, poi purtroppo con conseguenze terrificanti fino alla morte di chi subisce come il ragazzino di 15 anni che ha talmente subito che è stato spinto fino al suicidio e tutto questo non deve accadere.Credo che non sarà mai abbastanza parlarne, occorre agire, prevenire attraverso l’educazione, l’informazione a partire sin dalla piccola età anche nelle scuole anzi soprattutto nelle scuole ad esempio trattando tanto l’argomento con gli insegnanti, sensibilizzando attraverso delle lezioni strettamente legate a questo genere di argomenti, ma anche attraverso una sensibilizzazione da parte dei genitori/educatori e poi, IMPORTANTISSIMO DENUNCIARE sempre, che sia un solo ceffone o  delle parole pesanti, offensive o qualcosa di più la denuncia va fatta SEMPRE perché è l’unico modo civile, senza rispondere alla violenza generandone altra, che abbiamo per tentare di fermare il pessimo fenomeno dell’omofobia, la discriminazione quindi il bullismo.

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